Ciao! Oggi voglio parlarti di quali sono le caratteristiche che oggi devi sviluppare se vuoi diventare un Leader di successi, ma prima permettimi di fare un punto della situazione su chi è veramente un Leader ai giorni nostri.
Chi è un Leader?
Prima di partire e scoprire le 7 Qualità del Leader Moderno è importante chiarire chi è veramente un Leader.
La parola Leader deriva dal verbo inglese to lead, letteralmente guidare, ovvero colui che guida, non un auto ma bensì altre persone e se stesso. 🙂
Differenze tra passato e presente: Leader Autoritario e Leader Moderno
Chi è il Leader Autoritario?
In passato la parola Leader veniva accostata ad un gruppo molto ristretto di persone che detenevano il “potere”, come uomini politici o grandi capitani militari.
Spesso queste persone utilizzavano la cosiddetta Leadership Autoritaria, ovvero basata sugli ordini e sulle punizioni esemplari per chi non li rispettava.
Questa tipologia di Leadership ruotava completamente attorno alla paura delle persone.
Il Leader era quindi il capo brutale che trattava i suoi sottoposti come servi.
Per ritrovare questo stile di Leadership non serve andare molto indietro nel tempo, basta che ripensi un attimo ai tuoi professori (o a quelli dei tuoi genitori).
Che figura vedi?
Una figura che per farsi seguire dagli alunni utilizzava la bacchetta contro chiunque non seguiva la lezione o manifestava pareri contrari, il tipico stile della Leadership Autoritaria.
So per certo che se nel mondo di oggi provi ad utilizzare questo vecchio stile di Leadership non sei più seguito dalle persone, anzi probabilmente otterrai l’effetto contrario finendo per essere emarginato.
Nonostante questo in alcuni ambienti ancora sopravvive questa tipologia di Leadership.
Chi è il Leader Moderno?
Nel mondo d’oggi le persone si sono evolute e non sono più disposte a subire un approccio come quello tipico della Leadership Autoritaria.
Pensaci un attimo, tu come reagiresti a quel tipo di approccio?
Ecco appunto, quindi anche la maggior parte delle altre persone reagirebbe proprio come te!
Il Leader Moderno è quindi colui che sa gestire al meglio se stesso, i proprio stati d’animo, è capace di creare buone relazioni intorno a sé e riesce a vivere con equilibrio i ruoli che ricopre nella sua vita.
Le 7 (+1 BONUS) Qualità Segrete del Leader Moderno
Fatta questa doverosa premessa andiamo ora a vedere quali sono le 7 caratteristiche del Leader Moderno:
Andiamo ora a vedere nel dettaglio una a una le caratteristiche.
#1 E’ Leader di se stesso e guida con l’esempio
Se non riesci a guidare te stesso come puoi pretendere di guidare altre persone?
Se non riesci a raggiungere i tuoi risultati (personali o professionali) come puoi aiutare altre persone a raggiungerli?
Se finisci nel trabocchetto del “predica bene e razzola male” ovvero che con le parole sei veramente forte, ma con i fatti dimostri tutt’altro sarà veramente difficile che qualcuno ti riconosca come un Leader, al massimo potrai essere riconosciuto come un ipocrita.
Per diventare Leader di altre persone è fondamentale che tu sviluppi prima la tua Leadership personale, ovvero che quel che fai sia perfettamente in linea con quello che dici.
La conseguenza è quella che il Leader guida con l’esempio.
No, “l’esempio” non è un nuovo motorino. Eheheh
Guidare con l’esempio significa dar seguito alle parole con fatti concreti che sono congruenti alle parole dette.
E’ improbabile che tuo figlio smetta di fumare se mentre gli urli di farlo hai una sigaretta in bocca non credi?
Oppure, se chiedi ad un collaboratore di essere preciso e chiaro quando ti invia delle mail o dei report settimanali e quando sei tu ad inviarli a lui non si capisce nulla, come puoi pretendere che lui faccia meglio?
Guidare con l’esempio è alla base della Leadership moderna e molte persone pur sapendolo non mettono in pratica questo semplice principio, anzi spesso le persone pretendono che gli altri facciano le cose giuste mentre loro continuano a perseverare nei loro comportamenti sbagliati.
Conosci qualcuno che si comporta così?
#2 Non smette mai di imparare e mette in pratica subito ciò che impara
Altro punto su cui focalizzarsi.
Se hai già fatto letture sulla leadership o sulla crescita personale ti sarai già trovato di fronte a questo concetto, i Leader non smettono mai di imparare.
Ed è proprio così, solo che spesso mi è capitato di trovarmi di fronte a persone che avevano una miriade di conoscenze, ma poi nella realtà dei fatti non sapevano fare e non combinavano un bel niente.
Ho così deciso di aggiungere questa seconda parte: “e mette in pratica subito ciò che impara”.
Se hai fatto un qualsiasi sport, o hai un qualsiasi hobby, ti sarai già reso conto che subito dopo la parte teorica, l’allenatore o l’insegnante ti fa sperimentare quello che è stato spiegato (o almeno così dovrebbe essere!).
Questo perché la conoscenza fine a se stessa è del tutto inutile.
Se fai un corso di cucina, è inutile conoscere tutte le ricette del mondo se non ti sperimenti mai nel preparare un piatto, finché non metterai in pratica quello che hai appreso teoricamente non riuscirai ad acquisire l’abilità.
E’ così in ogni ambito della vita.
#3 Ha un atteggiamento mentale produttivo
E’ sì, finché continui a pensare che ci sia una congiura contro di te, o che l’universo sta facendo in modo che tu fallisca, non otterrai grandi risultati.
Il Leader fa tesoro di ogni esperienza, sia quelle positive, sia quelle negative e trova sempre almeno un insegnamento che aumenti il suo bagaglio d’esperienza.
Quando c’è un problema non si fa domande del tipo: “Ma perché proprio a me?” oppure “Cosa ho fatto di male?”, ma bensì si pone domande decisamente più potenzianti che lo aiutano ad uscire dal problema come: “Cosa posso fare per uscire da questa situazione?” oppure “Come posso risolvere questo problema?”
Tu che domande ti poni di fronte ai problemi?
#4 Potere decisionale e sicurezza
Ci sono persone che anche nelle scelte più semplici come cosa ordinare al ristorante vanno in confusione e ci impiagano una marea di tempo, tanto che spesso gli amici si spazientiscono.
Queste sono le persone che per scegliere cosa mettersi al mattino devono svegliarsi un’ora prima del previsto e nonostante tutto fanno comunque tardi, perché se non avessero un orario da rispettare, sarebbero ancora lì senza riuscire a decidersi.
Se sei tra queste persone ti consiglio di porre la tua attenzione subito su questo aspetto.
Tranquillo anch’io ero così, ma con un po’ di sforzo si può migliorare.
Ma che male c’è se ci metto un po’ a decidere come vestirmi?
Assolutamente nulla di male, non ti sto consigliando di andare al lavoro in costume e in spiaggia con giacca e cravatta sia chiaro!
Solo che se riesci ad essere un po’ sincero con te stesso, riuscirai a capire se il tempo che impieghi per una decisione è quello giusto oppure no.
Se prima di vestirti rifletti su dove andrai e ti metti qualcosa di adeguato al posto, perfetto è tutto ok, ma se ti cambi quattro volte prima di uscire di casa e questa cosa capita spesso (tutte le mattine), ecco allora c’è qualcosa da rivedere.
Ma perché insisti tanto con questo potere decisionale?
Domanda azzeccata!
Riflettici un attimo, se quando ti trovi di fronte a scelte “facili” vai in difficoltà, cosa succederà quando ti troverai a dover scegliere qualcosa di veramente importante?
Se domani ti offrono un nuovo lavoro ma devi cambiare città, oppure se tua moglie ti chiede di avere un figlio, oppure se un collega ti chiede di iniziare una nuova attività insieme e tu non sei abituato a decidere, cosa succederà?
Succederà che inizierai a rimandare quella decisione, finché non ti ritroverai con le spalle al muro e il non decidere diventerà più doloroso del decidere.
A volte però quando ti ritroverai costretto a decidere, il rapporto sarà già compromesso o l’opportunità sarà già persa.
Allenandoti a decidere velocemente nelle piccole scelte di tutti i giorni svilupperai pian piano il “muscolo decisionale”.
Questo non significa che poi quando ci saranno scelte importanti sarà tutto facile, ma sicuramente sarai più preparato e le gestirai al meglio.
#5 Utilizza una comunicazione efficace e persuasiva
Fin da piccoli ci hanno insegnato che la comunicazione è importante, ma nella realtà dei fatti nessuno ci ha mai insegnato a comunicare.
La comunicazione è una transazione, che si compone di dare e avere, prevede uno scambio.
Prevede una parte dove si parla e una parte dove si ascolta.
Comunicare (o comunicare in maniera efficace) non significa parlare all’infinito, ma bensì assicurarti che il messaggio che vuoi trasmettere sia arrivato (corretto) al tuo interlocutore.
Essere persuasivi significa riuscire ad ottenere qualcosa dall’interlocutore.
Non spaventarti ti prego! Vedo già la tua faccia! Non voglio dire che devi fregare le persone.
Immagina un genitore che persuade suo figlio affinché non si droghi, c’è qualcosa di male? Spero che sarai d’accordo con me che fa molto bene.
Essere persuasivi è di per sé un qualcosa di neutro, è l’uso che ne fai che determina il risultato. Finché sarai persuasivo per il tuo bene e per quello del tuo interlocutore tutto ok!
#6 Gestisce e ottimizza il suo tempo
In un giorno ci sono 24 ore, composte da 60 minuti, composti da 60 secondi.
Il tempo è l’unica vera risorsa uguale per tutti.
Nessuno può aumentare le ore del giorno, eppure ci sono persone che riescono a fare tante di quelle cose che a volte sembrano avere più tempo.
Ma è così? Ovviamente no, semplicemente hanno imparato a gestire al meglio il loro tempo, hanno imparato a programmarsi per priorità, ovvero per importanza di impegni.
Nel momento in cui organizzi la tua giornata per priorità, inizierai a lasciar andare tutto quello che prosciuga il tuo tempo e ti renderai conto di quante cose in più puoi fare.
#7 E’ camaleontico: sia adatta alle situazioni (ambiente) e alle persone
Nella società moderna non puoi più permetterti di adottare un stile uguale in tutte le situazioni.
Se vuoi sviluppare la tua Leadership devi imparare a rapportarti all’ambiente in cui ti trovi e alle persone con le quali interagisci.
Ogni persona è diversa dall’altra e capire il tuo interlocutore ti permette di farlo sentire a suo agio e di conseguenza di poter ottenere il meglio per te, per lui e per l’ambiente in cui ti trovi, sia che stiamo parlando di tuo figlio (persona) e della tua famiglia (ambiente), sia che stiamo parlando del tuo collega (persona) e di lavoro (ambiente).
#BONUS – Gestisce le sue emozioni
C’è un problema. La vita frenetica di oggi ci porta ad accumulare una quantità di tensione e stress tale che si finisce per perdere il controllo per nulla.
Conosci qualcuno (o magari capita anche a te) che già al mattino, trovando più traffico del solito nella strada per il lavoro, si innervosisce al punto che anche una volta arrivato a destinazione, risulta essere scorbutico e insopportabile, creando disagi anche a chi non c’entra nulla?
Conosci qualcuno che porta a casa questioni di lavoro e al lavoro questioni personali?
Ecco questo è il risultato di una pessima gestione delle proprie emozioni.
Attenzione! Ho parlato di gestione delle emozioni e non di controllo.
Apparentemente potrebbero sembrare la stessa cosa, ma ti assicuro che non è così.
Controllare le emozioni significa reprimerle, con la conseguenza che se ti abitui a reprimere quelle negative finirai inevitabilmente per reprimere anche quelle positive.
Gestire le emozioni significa sfruttarle a proprio vantaggio.
Ad esempio la rabbia, emozione negativa genera una quantità di energia spesso superiore alla norma, l’obiettivo della gestione emozionale è quello di sfruttare quell’energia a tuo vantaggio anziché mandare a quel paese chi ti capita a tiro.
Ora che conosci le qualità del Leader Moderno puoi fare un’autoanalisi e capire dove sei già a buon punto e dove invece mettere più attenzione e migliorare.
Se sei arrivato fino a qui voglio farti i miei complimenti, significa che fai parte di quel piccolo gruppo di persone (il 5% circa) che cercano di migliorarsi costantemente e che raggiungono i propri obiettivi.
Per avere altre informazioni gratuite seguimi sul blog www.ancona.programmafly.it
A presto!
Oggi voglio dedicare la mia attenzione a tutte quelle persone che fino ad oggi non sono riuscita a “convincere” a fare qualcosa di importante per se stessi, e se tu sei uno di quelli che “vorrei”, che “se potessi farei”, che “mi piacerebbe”, beh, allora questo articolo è anche per te.
Ho imparato con il passare degli anni che per ottenere ciò che meriti ( e non ciò che vuoi, che è ben diverso), ti devi fare il cosiddetto “mazzo”, ti devi rimboccare le maniche e sudare e il mio non è un discorso riferito solo al sudore fisico, anzi… Devi avere la forza e il coraggio di sfidarti, di alzare l’asticella, di oltrepassare quelli che ritieni essere i tuoi limiti.
Ho imparato anche che tutti “vorrebbero” realizzare i propri obiettivi, i propri sogni ma che, ahimè, quando si tratta di concretizzare la folla si dilegua.
Durante i miei corsi faccio concretamente provare la differenza tra la “motivazione” e l’atteggiamento”, e le persone capiscono il vero senso del perchè in tanti non realizzano ciò che meritano pur “volendolo”, pur desiderandolo.
La motivazione non è altro che il volere qualcosa, l’ “io voglio questo o quello…” e per ottenerlo ovviamente mi focalizzo su ciò che DEVO FARE.
L’atteggiamento è “IO SONO QUESTO O QUELLO…” per cui il mio focus ricade sull’ESSERE, senza fronzoli intorno, solo sull’ESSERE… e se io sono in automatico mi muovo, agisco e ottengo.
…e come si fa a trasformare la motivazione in atteggiamento?
Bella domanda… sicuro di volere la risposta?
L’unico modo per attuare questa trasformazione è lavorare su di te, l’unico modo è CRESCERE ed EVOLVERTI sul piano personale, questa è la garanzia per raggiungere i risultati che meriti.
A tutti quelli che hanno fatto del “condizionale” uno stile di vita dico: quando deciderete di lasciare ogni “condizione” a vantaggio della dignità personale, beh, noi siamo qui, pronti a darvi tutti gli strumenti necessari per tirare fuori CHI SIETE VERAMENTE.
…a tutti gli altri che rimarranno nel “condizionale”… IN BOCCA AL LUPO!
Se ci fai caso si tende spesso a mostrare solo la parte che più piace di sè per “paura di essere giudicati”.
Poche sono le persone che si mostrano per quello che sono nella loro interezza, con pregi e difetti, fregandosene di ciò che gli “altri” possano pensare.
Anche qui bisogna stare attenti perchè dietro questo atteggiamento ci possono essere due intenti molto diversi: il primo è quello della strafottenza vera e propria, quell’atteggiamento dell’io sò io e voi non contate nulla, che diciamoci la verità, non è proprio ecologico nè tantomeno sistemico; il secondo invece ha dietro un intento di trasparenza ed autenticità tale per cui mostra la sua vulnerabilità non per strafottenza, semplicemente perchè non si giudica e quindi non teme il giudizio altrui.
Attenzione che la chiave sta proprio in questo: quando si ha paura del giudizio è perchè i primi a puntare il dito contro se stessi siamo noi, per cui se vuoi davvero liberarti da questo grande limite il lavoro da fare non è sugli altri ma su di te, sulla piena accettazione di chi sei, con i tuoi pregi e i tuoi difetti, tendendo costrantemente al miglioramento.
Don Miguel Ruiz dice:
“Impara a vedere gli altri come sono realmente. Se vedi gli altri come sono realmente, senza prendere nulla sul personale, niente di ciò che dicono o fanno ti potrà ferire, anche se mentono, va bene così, stanno mentendo perché hanno paura che tu scopra che non sono perfetti.”
Io aggiungo: “Impara a “vedere” te stesso per come sei realmente; se “vedi” te stesso per come sei realmente, senza giudicarti, niente di ciò che vedi o che fai potrà ferirti, perchè saprai di essere PERFETTO così come sei.”
L’accettazione è la madre della Felicità…
Si chiamava Mrs. Thompson. In piedi davanti alla sua classe del quinto anno il primo giorno di scuola, disse una bugia ai bambini. Come la maggior parte degli insegnanti, guardò gli studenti e disse loro di amarli tutti alla stessa maniera. Ad ogni modo, quanto aveva appena affermato non era possibile, perché in prima fila, tutto scomposto nel banco, era seduto un ragazzetto di nome Teddy Stoddard. Mrs. Thompson aveva osservato Teddy l’anno precedente e aveva notato che non andava d’accordo con gli altri bambini, che i suoi vestiti erano disordinati, sporchi, e che aveva costantemente bisogno di un bagno. Inoltre, Teddy era svogliato e indisciplinato. Il suo comportamento era così esasperante che a volte Mrs. Thompson era tentata di punire il bambino con dei pessimi voti.
In quella scuola era previsto che gli insegnanti rivedessero per ogni alunno le schede relative agli anni precedenti. Mrs. Thompson rimandava di giorno in giorno la lettura di quella di Teddy. Quando finalmente aprì il file, ne fu sorpresa. L’insegnante di Teddy del primo anno aveva scritto: “Teddy è un bambino brillante con la risata pronta. Lavora in maniera precisa e ha buone maniere… è un piacere stare con lui.” L’insegnante del secondo anno: “Teddy è uno studente eccellente, amato dai suoi compagni, ma è tormentato perché sua madre ha una malattia terminale e la vita a casa sua deve essere un inferno.”L’insegnante del terzo anno: “La morte di sua madre è stato un duro colpo per lui. Cerca di fare del suo meglio, ma suo padre non dimostra molto interesse e la sua vita familiare inciderà negativamente su di lui se non si prendono provvedimenti.” L’insegnante del quarto anno: “Teddy è scostante e non mostra grande interesse per la scuola. Non ha molti amici e qualche volta dorme in classe.”
Da quel momento, Mrs. Thompson si rese conto del problema e si vergognò. Si sentì anche peggio quando gli studenti le portarono i regali di Natale, tutti avvolti in bellissimi nastri e carte lucide, eccetto quello di Teddy. Il suo regalo era maldestramente avvolto in una pesante carta marrone che aveva ricavato da una busta della drogheria. Per Mrs. Thompson fu penoso aprirlo in mezzo agli altri regali. Alcuni bambini cominciarono a ridere quando l’insegnante trovò un braccialetto di cristallo di rocca con alcune pietre mancanti, e una bottiglia piena di profumo solo per un quarto. I bambini smisero di ridere quando lei esclamò quanto fosse bello il braccialetto, lo indossò e si picchiettò un po’ di profumo sul polso. Teddy Stoddard, quel giorno, rimase un po’ di tempo in più dopo l’orario di lezione solo per dire “Mrs. Thompson, oggi avete il profumo che portava mia mamma.”
Quando i bambini furono andati via, Mrs. Thompson rimase sola a piangere per almeno un’ora. Da quel preciso giorno smise di insegnare come leggere, come scrivere e come far di conto. Cominciò, invece, ad insegnare ai bambini. Mrs. Thompson faceva molta attenzione a Teddy. Quando lavorava con lui, la mente del bambino sembrava ravvivarsi. Più lo incoraggiava, più era pronto nelle risposte. Alla fine dell’anno, Teddy era diventato uno dei bambini più brillanti della classe e, sebbene Mrs. Thompson avesse detto all’inizio dell’anno di amare tutti i suoi alunni allo stesso modo, Teddy era diventato uno dei suoi “preferiti”. Un anno dopo, Mrs. Thompson trovò un messaggio sotto la porta da parte di Teddy, che diceva che lei era ancora la migliore insegnante che il ragazzo avesse mai avuto in tutta la vita. Trascorsero sei anni prima che ricevesse un altro messaggio da Teddy. Diceva che aveva finito la scuola superiore, che era il terzo della classe e che ancora la considerava la sua migliore insegnante.
Quattro anni dopo, Mrs. Thompson ricevette dal ragazzo un’altra lettera, in cui le raccontava che, sebbene le cose a volte fossero state dure, aveva continuato a studiare, vi si era dedicato anima e corpo e presto si sarebbe laureato al college con la lode. Inoltre, assicurava a Mrs. Thompson che era ancora lei l’insegnante migliore di tutta la sua vita… Passarono altri quattro anni e arrivò un’altra lettera. Stavolta Teddy spiegava che, dopo essersi laureato, aveva deciso di proseguire ancora gli studi. Nella lettera ribadiva che considerava ancora Mrs. Thompson la sua migliore insegnante. Adesso il suo nome era un po’ più lungo, la lettera era firmata Theodore F. Stoddard, medico. La storia non finisce qui. Ci fu ancora un’altra lettera quella primavera. Teddy raccontava di aver incontrato una ragazza e di avere intenzione di sposarsi. Spiegava che suo padre era morto un paio d’anni prima e si chiedeva se Mrs. Thompson avrebbe acconsentito a sedere, al suo matrimonio, al posto solitamente riservato alla madre dello sposo.
Naturalmente, Mrs. Thompson accettò. In più, indovinate cosa fece? Indossò il braccialetto, quello con le pietre mancanti. Inoltre, si premurò di indossare il profumo che la madre di Teddy aveva indossato l’ultimo Natale che avevano trascorso insieme, come ricordava Teddy. Si abbracciarono e il Dr. Stoddard sussurrò all’orecchio di Mrs. Thompson: “Grazie, Mrs. Thompson, per aver creduto in me. Grazie mille per avermi fatto sentire importante e per avermi mostrato che potevo fare la differenza.” Mrs. Thompson, con le lacrime agli occhi, gli sussurrò: “Teddy, ti sbagli. Sei tu che hai insegnato a me che potevo fare la differenza. Non sapevo insegnare fino a quando non ti ho incontrato.”
(Tratto da “Il manuale del coach” di Robert Dilts)
Quest’anno comincia all’insegna del ” fuori dagli schemi” per eccellenza.
Chi mi segue sa cosa faccio e, gran parte sa anche come lo faccio.
Al contrario di sempre comincio a differenziare anche io.
Prima credevo che a tutti andasse data la possibilità di evolversi, sbagliand, perchè c’è una categoria a cui non è proprio giusto dare questa opportunità.
Questo articolo lo dedico a tutti quelli che sentono di aver voglia di migliorare o di dare una svolta o semplicemente di vivere la vita che vivrebbero se non dovessero dare conto a nessuno e continuano imperterriti a non muovere un dito per trasformare quel benedetto “voglio” in “finalmente lo faccio”.
Beh mi dispiace dirlo ma lo dico lo stesso: per voi non c’è posto da questa parte, questa è la parte di chi sa che “può” altro, tanto altro rispetto a ciò che ha potuto e fatto fino ad ora; questa è la parte di chi si rimbocca le maniche per sporcarsi non solo le mani ma anche i gomiti se necessario per andarsi a prendere ciò che ad ognuno tocca di diritto ma che, ahimè, solo in pochi hanno il fegato di andarsi a prendere, e non parlo di felicità, di gioia, di gratitudine, no, perchè a tanti al solo suono di queste parole viene l’orticaria, parlo in termini di dignità, gradite di più questo termine? Quella dignità che ognuno, se cerca bene, ha dentro di sé e in nome della quale si vincono anche le paure più profonde, grazie alla quale si va al di là delle convenzioni, di ciò che gli altri si aspettano da noi, al di là di tutto ciò che ci allontana dalla vera natura di “esseri liberi di essere se stessi”.
Io sono qui non per tutti coloro che solo “vogliono” stare da questa parte ma sono qui per tutti coloro che sono disposti anche a rimboccarsi le maniche se necessario per esserci; per tutti coloro che sono disposti ad aprire il sipario ed interpretare finalmente il copione di nessun altro se non quello della propria vita.
Dignitosa vita!
Rachele
La sicurezza è sinonimo di felicità?
Spesso l’equazione tra le due risulta molto più complessa di quanto sembri. Troppe infatti sono le varianti “incognite” che ci spingono verso un percorso di vita improvvisato, nella perenne ricerca di soluzioni “last minute”.
Noi spesso costruiamo a tavolino le nostre certezze, in base a bisogni primari che richiedono immediata soluzione e che non ci lasciano il tempo di capire se davvero stiamo procedendo nella giusta direzione .
Cosi, per colmare il vuoto di una necessità impellente siamo disposti a non uscire mai dalla nostra zona di comfort fatta di vecchie abitudini e polverose certezze, o comunque a spostare impercettibilmente la linea di confine fino alla quale siamo pronti a spingerci.
Spesso restiamo ancorati a schemi passati, che non ci appartengono più, piuttosto che ergerci “pionieri del nuovo mondo” che ai nostri occhi appare insidioso e traballante.
In realtà non vogliamo fare quel passo in più che ci farebbe scoprire nuove percezioni e quindi orientarci verso nuove soluzioni.
Non vogliamo desiderare.. perchè il desiderio porta al movimento e noi invece restiamo statici.
Quanto siamo disposti a mettere in gioco del nostro tesoro fatto di certezze fittizie e false realtà per arrivare alla felicità?
Per fare questo basterebbe uscire dalla nostra area di conoscenza e spaziare, magari a tentoni, in uno spazio del tutto nuovo che non è mai un luogo angusto ma solo inesplorato
Siamo terrorizzati dal rischio, non solo di cadere ma anche di farcela.. Certo, perchè essere felici implica adattarsi al bello al buono, a quel vivere bene che per troppo tempo ci è mancato e che sbaraglia in un momento tutte le regole del gioco.
Se immaginassimo per un attimo che ciò che ci toglie da una sicurezza (costruita su dei limiti) e che ci porta al desiderio (fatto di prospettive e possibilità) fosse un viaggio e non una meta ci sentiremmo premiati in amor proprio.. ad ogni passo in più fatto verso l’unica certezza alla quale davvero dovremmo aspirare.. star bene con noi stessi.
La vera leadership è un variegato insieme di risorse che si integrano per formare “la differenza che fa la differenza”. Se la paragonassimo ad uno strumento musicale, potremmo immaginarla come un pianoforte, così tanti tasti e altrettante corde tese al punto giusto, né troppo né troppo poco. Quanta perizia nell’assemblare uno strumento capace di scuotere gli animi e di incantarli, di commuovere e di atterrire, di ispirare o rintuzzare.
Ma a che serve tanta perfezione se non si possiedono le conoscenze necessarie a ricavarne il miracolo della musica, che scopo ha se, manca la volontà di imparare?
Ora, qual è la prima regola per diventare un pianista di successo? Puoi chiederlo ad ogni pianista sulla faccia della terra e la risposta sarà sempre la stessa, ossia: amare il pianoforte!
Vuoi imparare a suonare uno strumento? Amalo! Amalo nella sua interezza e in ogni parte. Amalo come si ama una persona insieme alla quale si vogliono vivere momenti meravigliosi e generare risultati straordinari.
Non sarà mai ripetuto abbastanza: essere un leader, oggi più che mai, richiede un grande senso di dedizione. Verso chi? Ma verso se stessi, naturalmente! Verso i propri valori, le proprie decisioni, i propri sogni e i propri obiettivi.
E, immediatamente dopo, verso gli altri.
L’inizio di un nuovo anno è un’esperienza deliziosa! Siamo lì tutti a immaginare le cose nuove e sorprendenti che prenderanno forma nei giorni e nei mesi a venire! Sempre, l’inizio di un qualcosa, come anche andare ad abitare in una nuova casa o avviare un nuovo progetto o intraprendere un nuovo rapporto di lavoro, è un momento piacevolissimo! E’ il nuovo che porta con sé questa caratteristica: lo sentiamo immancabilmente propizio e favorevole per cose belle! Sentiamo come se si fosse chiuso un capitolo, sentiamo che quel capitolo non avrebbe potuto darci più di quanto abbia fatto, e al posto del vecchio impera l’entusiasmo, la gioia e la speranza che il nuovo ci porterà le nuove cose che desideriamo da tempo e tante soprese che neppure immaginiamo!
Il nuovo inizio manterrà la sua promessa!!!
Lo farà per tutti? Sarebbe troppo bello per essere vero!
Perché accada , che sia un tempo nuovo non c’entra nulla, abbiamo bisogno di diventare noi persone nuove, abbiamo bisogno di entrare in una nuova dimensione interiore; questa dimensione c’è chi la chiama nuovo livello di pensiero, c’è chi la chiama nuovo livello di consapevolezza, c’è chi la chiama (terminologia per me incomprensibile quando la sentii la prima volta 18 anni fa e che adesso mi è chiara come la luce del giorno) nuovo piano di esistenza…! Non voglio entrare nella vastità di questo concetto ora (perché, tra l’altro, non è neppure la sede) ma ho voglia di far riflettere almeno su quanto sinteticamente segue.
In questa vita, a mano a mano che procediamo con i nostri successi e con i nostri fallimenti, a mano a mano che apprendiamo le lezioni serbate sia negli uni sia negli altri, la nostra consapevolezza si espande e cominciamo ad inquadrare, sia quanto è già successo sia quanto è prossimo a succedere, in una prospettiva diversa da quella solita; nel corso di questo processo potremmo anche rimettere in discussione le stesse lezioni apprese e focalizzarne delle altre…più vicine alla verità!
Talvolta le lezioni apprese saranno frutto di riflessioni razionali, altre volte è assolutamente necessario andare oltre la stessa razionalità, la quale potrebbe difatti (e l’ho visto avvenire in molti una marea di volte) generare delle lezioni totalmente errate.
Se ad es. una donna chiude dolorosamente una relazione sentimentale con un uomo e da qui trae come “lezione” che tutti gli uomini sono bastardi e che bisogna stare in guardia nei loro confronti se non addirittura evitarli, questa non la chiamerei affatto lezione appresa, per quello che qui voglio intendere con queste parole. La “lezione” difatti di questa donna è basata sulla paura, nello specifico sulla paura di soffrire nuovamente l’assenza di amore.
Se un venditore alle prime armi visita un potenziale cliente e, uscendone fuori con un NO, da qui trae la lezione che in un periodo di crisi nessuno compra e perciò è meglio rimanere disoccupati che andare a vendere, neppure questa la chiamerei affatto lezione appresa. La “lezione” difatti di questo venditore è ancora una volta basata sulla paura, nello specifico la paura di patire la frustrazione di un ulteriore contratto non chiuso.
Le paure, qualsiasi forma prendano, non espandono affatto la consapevolezza, anzi fanno il perfetto opposto, la contraggono! Le paure non elevano il livello di pensiero, anzi lo impoveriscono e lo atterrano!
Differente è la prudenza… Come dice l’amico Neale, la Prudenza è ciò che ti fa guardare in entrambe le direzioni prima di attraversare la strada; la Paura è ciò che ti fa restare impietrito sul cordolo della strada per sempre.
Per sempre significa che su quel cordolo stagnerai, nell’illusione così di non soffrire, peccato che sarà proprio quello stagno la tua sofferenza. Lo stagno è qualcosa in cui non c’è movimento, non c’è divenire, non c’è trasformazione, non c’è cambiamento, tutto rimane lo stesso, tutto resta vecchio, e non c’è NUOVO! Continuerai a desiderare cose nuove – come per quella donna, l’uomo che la ami- ma è di fatto impossibile che avrai cose nuove e perciò sei destinato ad accumulare la frustrazione di rimanere nel vecchio, suo schiavo!
E’ solo nel Coraggio che l’uomo è veramente libero! Il coraggio ti permette di sperimentare il tuo potere interiore, il tuo potere di ottenere risultati NUOVI.
Parti con il coraggio, lasci quel cordolo, attraversi la strada, ti trovi nel nuovo, ri-usi il coraggio per viverti il nuovo, produci nuovi risultati, che ti in-coraggiano a fare dell’altro, fin quando ti trovi su un nuovo cordolo e c’è da attraversare nuovamente. Ti chiederai “Cosa faccio?” Ah, sì, hai coraggio, che adesso è più sviluppato, quindi puoi perder meno tempo su quel cordolo, ri-usi il maggiore coraggio e attraversi la nuova strada, adesso capisci più cose, puoi fare di più, puoi fare meglio quanto necessario e gioisci del nuovo che riesci a realizzare…fin quando non si presenta un’altra strada, ma adesso sai come fare senza neppure chiedertelo …fino a che, di cordolo in cordolo, non varcherai la soglia di un nuovo piano di esistenza…!
Che straordinaria avventura la Vita! Quante nuove strade, quanti nuovi viaggi, quante nuove lezioni…
Anche qui diverse terminologie, c’è chi la chiama evoluzione, c’è chi la chiama crescita personale, c’è chi la chiama sviluppo di se stesso, io la chiamo FLY e il suo trainer lo chiamo Coraggio! Il coraggio è il punto di partenza, è il viaggio, è la destinazione!
Adesso mettiamo in pratica quanto abbiamo appreso finora, ponendo il tutto su un piano concreto
Ti chiedo di fare una cosa molto semplice, che richiede meramente …coraggio!
Qual è la più bella delle cose che desideri per il Nuovo Anno?
Se pensi a questa cosa, qual è la paura o la preoccupazione che ti sorge? Nessuna? Benissimo, attraversa pure la strada e Agisci secondo un Piano di Azioni preciso, dettagliato e, mi raccomando, creativo!
Se invece c’è qualche paura che ti “blocca”, semplicemente esci da lì. Hai già guardato in entrambe le direzioni. Adesso attraversa la strada, per l’amor del cielo. Le auto sono passate da un pezzo. La strada è libera. La soluzione ancora una volta è la stessa: Agisci secondo un Piano di Azioni preciso, dettagliato e, mi raccomando, creativo!
La creatività porta con sé profumo di NUOVO!
A proposito di nomi, io mi chiamo Orsola Narducci e …son qui per servirti 🙂
Fammi sapere come va, scrivimi qui o a o.narducci@hrdonline.it , ti risponderò con piacere!
Orsola Narducci
Gli accadimenti personali degli ultimi giorni mi stanno facendo riflettere su diverse questioni legate alla “gestione” delle persone. Da formatrice di crescita personale, sono chiamata a far crescere i miei corsisti; da imprenditrice sono chiamata a far crescere i miei collaboratori. Se fossi mamma, sarei chiamata a far crescere i miei figli; va be’, da zia, mi sento chiamata a far crescere le mie bellissime nipoti
Ovunque mi giri, sono chiamata – o almeno così mi sento- a far crescere e, quando mi ritrovo tra me e me, so che non posso tralasciare di scovare o riconoscere quello che faccia ancora crescere la mia persona.
Crescere è la parola d’ordine e su questo non ci piove
Possono esserci vari modi per intendere questa parola, per me ce n’è uno che mi rende il tutto un’avventura moooolto accattivante: evoluzione!
Evoluzione di cosa? Questa parola mi richiama un’immagine….il movimento di un flusso d’acqua come quello di una cascata. Evolve ciò che si muove, ciò che cambia, ciò che si autogenera….Stagna invece ciò che rimane tal quale, fino a puzzare! Ecco, forse potrei dire che l’evoluzione “profuma”, profuma di NUOVO. Lo stagno puzza e puzza di vecchio decrepito.
A stretto contatto con tanti, tutti i giorni, per il mio lavoro …e la mia vita, spesso vedo persone che stagnano e un po’ più raramente persone che evolvono… Vedo persone che, seppur lamentandosi di certe situazioni personali, si sono talmente “affezionate” tuttavia a queste situazioni, che non si muovono più a cambiarle e a migliorarle, lasciando che la propria vita difatti stagni nel vecchio.
Quando una persona mi si rivolge per un supporto, io dopo un po’ arrivo con la mia domanda di sempre: di queste cose, ne vuoi solo parlare o le vuoi cambiare veramente?
E mi muovo solo se la risposta mi convince della reale volontà, da parte della persona, di …evolvere!
Di fatto, la scelta è la nostra e lo è sempre stata! Talvolta “ci scordiamo” tuttavia di scegliere e soccombiamo sotto i nostri limiti.
Quando approfonditamente spiego questo concetto ai miei corsi e lascio capire come non cadere nella tentazione di rimanere attaccati al vecchio e cosa fare per lasciare evolvere la ns vita, do per scontato che possa trovare chi obietta qualcosa al riguardo, ricordandomi che “non sempre tutto dipende da noi”!
Ammesso che sia così, facciamo finta che lo sia, va bene, ma ciò che invece dipende da noi, come mai non scegliamo di cambiarlo e rimaniamo comunque attaccati al vecchio?!?
Profumiamo la ns vita, diamoci questa opportunità, d’altronde è solo la nostra vita!
E adesso una bella spruzzata di profumo!
Rispondi in tutta onestà:
c’è qualche ambito della tua vita che sta stagnando da tempo e ormai ha cominciato a puzzare?
stai sdrammatizzando al riguardo o la stai facendo più nera di quanto sia?
individuato il “colore” più realistico e scoperto che è proprio nero come appare, vuoi tenertelo così o sei disposto a far qualcosa? se vuoi tenertelo così, adios!
se sei invece disposto a far qualcosa, cosa è giusto fare che non stai facendo?
hai pensato a cosa accadrà se lasci le cose così come stanno? hai capito cosa perderai? come ti sentirai? che esempio potrai essere per i tuoi figli, per i tuoi amici…per te stesso? quante altre sfere della tua vita rovinerai per il tuo ozio?
scegliendo di agire, invece, quali possono essere le conseguenze positive? Cosa può accadere specificatamente di bello? come ti sentirai? che soddisfazione proverai? cos’altro questo risultato ti incoraggerà a fare?
A volte, solo cambiando una piccola “virgola” si produce una grande differenza nella ns vita! Suvvia, basta poco, che ce vo’ ! FALLO DI VIRGOLA IN VIRGOLA, C’E’ UNA MERAVIGLIOSA DESTINAZIONE CHE TI ASPETTA!
Fammi sapere come va, scrivimi, ti risponderò con piacere! E se qualcosa fosse troppo riservato e preferissi scrivermi in privato, fallo pure al seguente indirizzo o.narducci@hrdonline.it
Orsola Narducci
L’obiettivo di quello che faccio è aiutare le persone ad ottenere ancora più risultati, sia in ambito personale che professionale.
Che tu sia un grande imprenditore o un impiegato, che tu abbia già ottenuto tutto ciò che ti eri prefissato oppure magari, non proprio tutto, se vuoi capire come migliorare ancora di più, essere più produttivo in meno tempo, avere più equilibrio tra area personale ed area professionale, comunicare in maniera più efficace, gestire un team, migliorare il rapporto con le persone per te importanti (socio, collaboratori, figli, coniuge, amici ecc), gestire meglio il tempo, la leadership, gestire le emozioni o qualunque altro tipo di obiettivo, allora posso aiutarti!…Lo so casa stai pensando e no…non sono nè presuntuosa nè maga, la cosa è più semplice di quanto pensi!
Per poter gestire quanto detto sopra sono necessarie 2 cose: saper gestire se stessi e comunicare in maniera efficace ( è vero, questo é meno semplice, ma tutto ciò che non conosciamo appare difficile all’inizio). In queste due cose é racchiuso tutto!
A volte lo facciamo ed altre volte invece non ci riesce così bene farlo…come mai?
Semplice: non siamo consapevoli di ciò che ci ha permesso di ottenere quel dato risultato, così replicarlo diventa quasi impossibile.
Attraverso la PNL e la Comunicazione (in particolar modo verso noi stessi) si può imparare davvero ad essere molto più produttivi ed efficaci con semplicità.
Ma non credere mai a ciò che ti viene detto…neanche da me.
Tocca con mano!
La Sfida dei 90 minuti è un incontro individuale durante il quale potrai fare un’analisi di ciò che davvero vorresti migliorare ancora di più (anche ciò che va Benissimo può sempre essere migliorato) e di quali obiettivi vorresti raggiungere, per capire concretamente cosa a volte ti ha impedito di ottenerli, ed in che modo, attraverso quello che facciamo, raggiungerli concretamente. Ma soprattutto darti gli strumenti affinché tu possa gestire te stesso al tuo meglio.
É un’ora che dedichi a te stesso!
Per aver la possibilità di usufruire di questi 90 minuti gratuitamente, compila i campi che trovi di seguito e verrai ricontattato al più presto.
Nel frattempo ti invito a pensare e magari appuntartelo, se può aiutarti, a tutto ciò che vorresti ottenere come risultato e tutto ciò che vorresti migliorare ancora di più…
Ti auguro di essere ambizioso 😉