Qualche settimana fa, su un blog che per i validissimi contenuti mi sono trovato spesso a leggere negli ultimi tempi, “Venditore Vincente”, è uscito un articolo dal titolo alquanto provocatorio: “Perché Roberto Re e Livio Sgarbi non devono leggere questo articolo”
L’articolo, in pieno stile dell’autore del Blog, Frank Merenda, fa una disamina tecnica da un punto di vista di “marketing” e di “brand positioning” del mondo della formazione, mettendo in contrapposizione me e Livio (che è l’unica cosa che mi è dispiaciuta dell’articolo, perché non considero in nessun modo Livio un mio antagonista, visti anche i tanti anni in cui abbiamo condiviso gioie e dolori e soprattutto i primi passi professionali e imprenditoriali!).
Ma non è di questo che voglio parlarvi, anche se era necessario farlo per fornirvi il background necessario a comprendere il cuore di questo articolo.
Già che ci sono però, colgo l’occasione per affermare che non avevo mai conosciuto né personalmente, né per via telematica Frank prima che scrivesse quell’articolo, visto che alcuni malpensanti hanno subito malignato sul fatto che quell’articolo fosse stato commissionato dal sottoscritto e che io e Frank fossimo, sotto sotto… compagni di merenda!
Solo dopo aver letto l’articolo l’ho contattato via mail e abbiamo poi avuto modo di conoscerci.
Com’era ovvio l’articolo ha sollevato un vespaio di commenti, tra gli amanti e i detrattori del mondo dello sviluppo personale, che alla fine si sono andati a fossilizzare su contrapposizioni tipo Re è bravo/non è bravo, i corsi HRD sono fantastici/fanno schifo, il firewalking si/il firewalking no, uscendo così completamente dallo spirito dell’articolo (e dello stesso blog e gruppo Facebook)…
E oggi, proprio sul gruppo Facebook “Venditore Vincente”, mi è capitato di leggere un post dello stesso Frank Merenda che raddrizza il tiro e che mi è piaciuto moltissimo e che quindi voglio riproporvi.
Mi scuso subito perché il post parla molto bene di me e di solito io non posto mai messaggi o mail che lodano me o il mio lavoro. Per carità, non ci sarebbe niente di male (molti lo fanno), ma semplicemente non mi piace l’idea di essere io a riportare qualcosa di molto positivo che qualcuno pensa di me! La mia filosofia è che se vuole lo posta chi l’ha scritto e che le migliaia di messaggi bellissimi che ricevo privatamente da ex-corsisti o dai lettori dei miei libri, poiché sono privati, tali devono restare, a meno che l’autore non decida di renderli pubblici…
Ma questa volta faccio uno strappo alla mia stessa regola, visto che, anche se loda il mio operato in questi anni, credo che il post veicoli un messaggio ancora più importante che è: prima di criticare, tu cos’hai fatto? Invece che criticare, cosa potresti imparare?
Il mondo è pieno di gente che parla… Molti meno sono quelli che fanno.
Ancora meno sono quelli che ottengono risultati in maniera consistente nel tempo.
E, perdonatemelo, sono estremamente fiero di far parte di quest’ultima categoria!… Come dice “Il Boss” di “The Apprentice”, contro le invidie altrui il tuo successo è la miglior vendetta!
Perciò, eccovi qui il post a cui facevo riferimento (tratto dal gruppo Facebook “Venditore Vincente”):
Ragazzi, anche se state scherzando facciamo a capirci per chi legge e non conosce la “goliardia” media del gruppo.
Una volta appurato che magari non siete parte del target di Roberto Re, visto che lui ha il suo, io ho il mio, Sgarbi per dirne uno ne ha un altro ancora, ecc… sarebbe interessante porsi domande intelligenti legate alla vendita, invece che focalizzarsi solo sul fatto di “non essere interessati” al prodotto.
Nel caso specifico Roberto Re ha creato un mercato della formazione che non esisteva a partire dal 1992, anno nel quale il sottoscritto aveva 15 anni e pensava al massimo a truccare il motorino.
Posto che ci occupiamo di target diversi, io oggi ho una cassa di risonanza forte come quella di internet, mentre lui ha creato tutto da zero e dal nulla. Come ha fatto a creare un polo di attrazione così forte? Come potrei farlo io nella mia azienda? Questa è la domanda che ognuno di noi si dovrebbe porre.
Io sono bravino, ho creato il blog vendite più seguito d’Italia con decine di migliaia di visite mese. Ok. Oggettivamente mi chiedo sempre se sono io che sono bravo o i competitor che sono degli svenuti impresentabili. Comunque c’è un piccolo problema. Il mio blog è gratis.
Roberto ha creato un bestseller che ha venduto 200.000 copie. 200.000 persone che hanno tirato fuori di tasca loro i soldini per comprare ciò che lui ha scritto, senza considerare i volumi elevati comunque degli altri testi. Qualcuno di voi, me compreso, è stato in grado di fare altrettanto? Eppure anche nel suo settore, quello della crescita personale, vi sono decine e decine di competitor anche internazionali.
Che a voi o me i corsi HRD piacciano o meno, ci sono comunque decine di migliaia di persone che nel corso degli anni hanno pagato per frequentarli. Sono un target diverso da voi? Ok. Ma nessuno ha piantato loro una pistola alla tempia, né mi sembra basso il livello di soddisfazione dei partecipanti. La domanda che dovremmo porci è “Come cazzo ha fatto Roberto ad avere folle di persone che lo adorano che pagano per andarlo a vedere e ritornano di anno in anno?”.
Ognuno di noi nella sua azienda ha decine di migliaia di fans pronti a correre per comprare i nostri prodotti? Io sicuramente non mi avvicino nemmeno ai livelli di Roberto. Magari voi siete più bravi di me.
L’altro giorno a pranzo, mentre cagatissimi mangiavamo una umile insalata di merda, c’era la gente che lo riconosceva nel ristorante e veniva chiedergli autografi e dediche per amici e parenti. A me la gente non viene a chiedere autografi. Quando mi va bene al massimo una bella ragazza mi chiede di uscire. A voi li chiedono?
Ha creato il settore della crescita personale da zero. Un settore che si rivolge a bisogni e desideri di un target specifico di persone. Target che, nonostante decine e decine di cloni che mangiano grazie al fatto che lui abbia letteralmente “inventato un mestiere” che loro si sono copiati e rivenduti, continuano negli anni a preferire lui come leader indiscusso. Se fosse un ciarlatano riferito al suo settore, la gente sarebbe migrata altrove con tutta l’offerta che c’è no? Eppure dopo 20 anni il Re è sempre e solo lui.
Tutto sto faldone per dire che la case history di Roberto, che siate o meno il target della sua clientela, dovrebbe fornirvi spunti, domande ed ispirazione, lo ribadisco, a prescindere se il suo “prodotto” vi interessa.
Voi siete stati in grado, con il vostro target ed il vostro prodotto, di fare quello che ha fatto lui? Questa è la domanda corretta da farsi.
Comportatevi meglio e ragionate con più lucidità dell’italiano medio. Siamo letteralmente pieni di “guru del fallimento”. Gente che sa tutto di tutto ma nella vita è un fallito e non ha mai concluso un cazzo. Perché c’è la crisi, le sette piaghe d’egitto, il complotto giudaico-massonico, le scie chimiche ecc…
I falliti sono degli sfigati che criticano dagli spalti, ma nei dati di fatto non sanno fare un cazzo di nulla. E sono falliti sfigati perché ragionano da sfigati.
La regola delle persone in gamba è una sola : pensa a fare il tuo e prima di criticare magari sarebbe il caso che tu fossi in grado di fare di meglio della persona che critichi.
Voi comportatevi da persone intelligenti, ed elevatevi sopra la media e i mediocri. Questo è il consiglio che mi sento di darvi.
Bravo Frank! Non avrei saputo dirlo meglio.
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