A poche ore dalla gara di ritorno degli ottavi di finale tra Juventus e Atletico Madrid, vi riproponiamo un articolo scritto da Roberto Re ad agosto del 2018. Nel quale analizza, dal punto di vista del mental coaching, il fenomeno CR7.
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Mentre la Serie A si avvia a riconquistare la sua leadership di “campionato più seguito al mondo”, analizziamo l’impatto mentale del primo mese di Cristiano Ronaldo nel calcio italiano. Più ancora, facciamo insieme un breve viaggio dietro le quinte della sua mente, attraverso i vari livelli di pensiero, così come concepiti e teorizzati da Robert Dilts, padre della Programmazione Neuro Linguistica.
Nell’identità attuale di CR7 – costruita pezzo dopo pezzo nel corso della sua carriera in Inghilterra e in Spagna – c’è un misto di talento eccezionale e dedizione al lavoro che lo rendono un protagonista assoluto. E contemporaneamente, un esempio per compagni di squadra, avversari e giovani calciatori in cerca di un modello vincente. Nella prima gara contro il Chievo, tutta la squadra bianconera non ha mollato fino all’ultimo secondo (la vittoria è arrivata solo a un minuto dalla fine), seguendo in qualche modo la scia vincente generata dalla mentalità del campione portoghese.
Prima di risalire verso i contorni della sua identità mentale (cosa pensa di essere, come si percepisce) dobbiamo necessariamente iniziare dal gradino più basso: l’Ambiente con la A maiuscola e l’influenza che ha avuto su di lui durante i primi anni di vita. Il contesto in cui è cresciuto, come uomo e come calciatore, lo hanno di certo spinto verso una riscossa sociale. Dall’autobiografia scritta da Dolores Aveiro, madre di Cristiano, emerge un terreno d’infanzia estremamente povero. La donna racconta di aver addirittura pensato di abortire aspettando il quarto figlio, un’altra bocca da sfamare… Per fortuna poi Cristiano è nato ed è diventato chi sappiamo!
Una famiglia numerosa, dunque, che lo ha protetto e coccolato fino all’età di dodici anni, quando il ragazzo decide di andarsene di casa per trasferirsi a Lisbona e giocare nelle giovanili dello Sporting. Nel corso degli anni, per ricreare quel contesto che risolve i suoi bisogni di sicurezza, CR7 ha ridisegnato intorno a sé una famiglia altrettanto numerosa. Nel 2010 annuncia la nascita del suo primogenito, decidendo di non rivelare il nome della madre e di assumere la custodia esclusiva del bambino. Nel giugno 2017 diventa padre di due gemelli, un maschio e una femmina, nati da madre surrogata, mentre il 12 novembre 2017 nasce l’ultima figlia, Alana Martina, avuta da Georgina Rodriguez, sua compagna dal 2016.
Quando si parla di Ambiente e Identità, anche il battesimo ha una sua importanza. Il nome Cristiano è dovuto alla fede cristiana della madre, mentre il secondo nome, Ronaldo, fu scelto in onore di Ronald Reagan, attore preferito del padre (José Dinis Aveiro, morto nel 2005 in seguito a problemi di alcolismo) e presidente degli Stati Uniti a quell’epoca.
Sempre per tornare a Dilts, nel consolidare la propria identità si attraversa un processo – spesso inconsapevole – dove si risponde ad alcune domande. Nel passaggio da adolescente a uomo, Cristiano ha dovuto chiedersi “Chi sono adesso? Cosa mi piace di ciò che sono adesso? E cosa invece non mi piace di ciò che sono?”. Per poi passare al successivo “Chi non voglio diventare? Chi voglio invece diventare?”.
Visto il terreno di partenza (povertà, visione ristretta, alcolismo del padre) è probabile che il ragazzo, per rinforzare una propria identità, abbia scelto di lavorare mentalmente (e non solo) su alcuni aspetti. Vediamone alcuni.
E poi nel 2018, in un giorno qualsiasi di luglio, ecco i media annunciare impazziti la conclusione dell’accordo con la Juve di Agnelli, il suo passaggio ufficiale alla corte bianconera. Qui in chiave mental coaching è interessante osservare l’impatto mediatico, in attesa di registrare quello calcistico con il procedere del campionato.
Lo stile della società juventina lo conosciamo: sobrio, minimale, senza fuochi d’artificio o entusiasmi fuori posto. È pur vero che, facendo un’eccezione alla regola, l’intera città di Torino, solitamente fredda nelle manifestazioni pubbliche di gioia, questa volta ha rotto i confini dell’understatement celebrando la notizia di CR7 con timide esultanze (e frenetici acquisti di magliette bianconere con il numero 7).
I media da parte loro si sono tuffati a pesce in questa atmosfera che ha rilanciato il campionato di Serie A, specialmente in un’estate rimasta orfana della Nazionale azzurra dopo l’esclusione dai Mondiali di calcio. Via libera dunque a una valanga di curiosità su passato-presente-futuro di CR7, l’uomo-azienda che di colpo fa esplodere il marketing e fa vendere ai giornali migliaia di copie in più.
Se sei un giovane calciatore, e vuoi prendere spunto dal modello-Ronaldo, può essere interessante focalizzarsi su alcuni punti di forza (fisici e mentali). Il Cristiano Ronaldo che abbiamo conosciuto in queste prime settimane di allenamenti juventini porta con sé:
Come scrive la rivista Wired:
“La Juve non ha comprato solo il miglior giocatore al mondo, ha comprato un brand, che le farà guadagnare milioni di euro, porterà il suo merchandise in tutto il mondo, aumenterà la riconoscibilità della squadra e ne innalzerà il valore, portando i ricavi commerciali a competere con le squadre di Premier League e Liga, che incassano molto di più delle squadre italiane”.
Eravamo partiti parlando di valori. Noi pensiamo che un campione sportivo del terzo millennio, per restare ai vertici, non possa più solamente basarsi sull’eccellenza tecnica (Maradona e Messi). Cristiano Ronaldo è destinato a diventare sempre più il numero uno in questo sport non solo perché ha edificato un’azienda miliardaria intorno a se stesso. Ciò che lo aiuterà a durare nel tempo è la forza della sua mente, le sue credenze, i valori che sono per lui un solido riferimento.
Cristiano fuori dal campo partecipa a progetti di solidarietà e fa beneficenza, ma non ne parla, anche quando si tratta di aiutare i bambini di Gaza. Ronaldo ha bisogno intorno a sé di una famiglia che gli ricorda da dove viene e non gli fa mancare il suo affetto, indipendentemente dai luoghi dove lui farà il calciatore. CR7 celebra il suo corpo perché sa che solo attraverso quel mezzo fisico può arrivare continuamente al successo: la scelta di non tatuarsi perché incompatibile con il suo essere donatore di sangue ne è un esempio emblematico.
Arthur Rubinstein, pianista polacco di fama internazionale vissuto fino al 1982, un giorno ha detto: “Non dirmi quanto talento possiedi, dimmi quanto lavori sodo”. Cristiano Ronaldo sarebbe nato solo tre anni dopo la morte del musicista. Ma ha fatto in tempo a sentire l’eco di questa frase. E a farla diventare una credenza potenziante della sua vita da campione.
Roberto Re
“La Paura bussò alla porta, il Coraggio andò ad aprire…e non c’era più nessuno” (Goethe)
Live da una speciale giornata outdoor!
Due giorni veramente intensi… trascorsi fra persone Straordinarie..!!
In val d’Aosta, tra torrenti e gole da attraversare: non perderti questo video!
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Non posso che ringraziare Frank Merenda per questo post che vi invito a leggere attentamente.
Non è scritto all’amico o dal collega, ma da qualcuno che non ha difficoltà a dire come stanno le cose, consapevole che non solo non andrà a discapito del suo valore, ma, anzi, ne dimostrerà ancora di più la grandezza!… Eh sì, perché l’obiettività e la riconoscenza sono doti di pochi e proprio per questo balzano agli occhi così evidenti!…
Poi invece ci sono i piccoli uomini e le piccole donne… Tra loro quelli che invidiano, che denigrano, che criticano senza nemmeno sapere di cosa parlano oppure, il peggio del peggio per quel che personalmente mi riguarda, quelli che, dopo aver lavorato per anni con me e aver imparato tutto dal sottoscritto, non solo non lo riconoscono, ma lo omettono pure dal loro curriculum!… E infatti, alla fine, i risultati che producono non sono altro che il riflesso dello scarso valore che hanno come persone, ancor prima che come professionisti…
Grazie Frank per questo attestato di stima e per aver ricordato a chi ha la memoria corta come stanno veramente le cose! ???
PS: consiglio anche la lettura tra i commenti del suo post (anche quello, giusto per ricordare come stanno le cose!).
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Quando in Italia si parla di formazione, c’è un unico mito incontrastato che si è inventato interamente un settore e se lo è caricato sulle spalle per due decenni e mezzo.
Parliamo di una leggenda che ha fatto quello che in Europa non è stato in grado di fare nessuno, diventando poi da ispirazione per tutti coloro che sono venuti dopo di lui. Piccoli e grandi formatori, giganti come Alfio Bardolla e non da ultimo ha mostrato e illuminato la strada anche a me.
Non a caso, è stato nel 2012 il primo ospite eccellente del corso originale Venditore Vincente, con un intervento straordinario.
È l’unica persona che conosco che abbia applicato realmente le dinamiche di crescita personale e le meccaniche della PNL al mondo reale, alla sua vita personale e al suo business.
Tutto il resto sono sue imitazioni più o meno pallide o blande ripetizioni di nozioni apprese sui libri ma mai trasformate in risultati.
Se vuoi cambiare in meglio la tua vita, raggiungere con più facilità i tuoi obiettivi e accorciare il tempo che separa i tuoi sogni dai tuoi risultati, ora hai una possibilità straordinaria di fare tuo il primo “corso in scatola” di PNL di Roberto Re, che puoi seguire con i tuoi modi e i tuoi tempi comodamente da casa tua.
Se sei interessato alle dinamiche e ai segreti della crescita personale, PNL REvolution è il corso che devi fare tuo, creato interamente dall’unico insegnante in grado di coniugare nella vita reale la teoria, alle tecniche, alle strategie, alla pratica e infine ai risultati.
Frank Merenda
PS: come puoi verificare, nel caso te lo stessi chiedendo, non è un link affiliato e non guadagno mezzo centesimo dal consigliarti questo corso, che tu lo faccia tuo o meno. Ma lo faccio solo e in via del tutto eccezionale per un professionista oltre lo straordinario che ha creato qualcosa di unico, certo che possa cambiare la tua vita in meglio.
[ecco il link al post originale]
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Come se non bastasse, all’interno dei commenti Frank Merenda ha aggiunto anche questa testimonianza.
Di cui lo ringrazio di cuore!
C’è una cosa che vi sfugge e che temo non siate in grado di vedere.
In Europa non esiste nessun Frank Merenda come nessun Alfio. Sapete perché?
Perché non esiste negli altri Paesi un Roberto Re che ha aperto la strada e ha mostrato la via.
Se Alfio non fosse stato uno studente di Roberto, non avrebbe probabilmente mai creduto che fosse possibile mettere centinaia se non migliaia di persone paganti in un palazzetto per ascoltare lezioni sulla libertà finanziaria.
Se non ci fosse stato Roberto e Leader di Te stesso, io seppur magari molto più capace di tutti gli altri nel mio settore, avrei continuato a fare come tutti quelli del mio settore, cioè consulenze aziendali a pagamento.
Senza nessuno che immagina la strada prima di te, è dura. Anche se sei potenzialmente molto bravo.
In Europa la formazione fa schifo ed è a bassi livelli -mentre in Italia no- perché fuori da qui non esiste un Roberto che si è fatto il culo quando non c’era nessuno davanti a lui a mostrare la via come davvero praticabile qui..
Altra cosa, oggi vedete una marea di persone, brave e meno brave, fare libri, andare in tour ecc…
Sapete perché ci vanno?
Perché sono anni che li martello su queste cose didatticamente e perché pensano che il mio successo derivi da lì. Alcuni capiscono perché studiano e fanno le cose fatte bene. Altri non capiscono ma copiano comunque.
Sapete chi ha inventato lo scrivere libri di formazione e i tour davvero in Italia? Roberto.
Tutto quello che io o Alfio abbiamo fatto, Roberto lo ha fatto vent’anni prima di noi e meglio, per più tempo e con più intensità.
Tornando a Tony Robbins, al quale sicuramente e non lo ha mai nascosto Roberto ha un debito di riconoscenza (come io l’ho con i miei insegnanti), è facile creare hype da americano e venire a fare un paio di tappe qui.
Infatti con tutto il rispetto per chi ha organizzato con professionalità i suoi eventi, Robbins c’è venuto un paio di volte in Italia, poi ha capito l’aria che tirava e come Harv Eker e altri prima di loro sono tornati all’ovile.
Avere successo per 25 anni di fila, ce l’ha fatta solo Roberto. Solo lui.
E chiunque faccia formazione al pubblico con quel format, che lo ami o lo odi per motivi stupidi, ha un debito di riconoscenza con lui. Non con Robbins, non con me, non con altri.
Quindi state attenti quando parlate di Roberto perché mi fate saltare le madonne sul serio.
Frank Merenda
[ecco il link al post originale]
Fammi indovinare: per il 2018 hai una lista più o meno lunga di cose da fare e di obiettivi da portare a termine?
La pianificazione è uno degli strumenti più efficaci per raggiungere gli obiettivi. Da oltre 25 anni mi occupo di Leadership e avendo lavorato con oltre 400.000 persone di ogni tipo, ho visto chiaramente che la capacità di pianificare in modo efficace il proprio futuro è assolutamente essenziale. Si tratta di una vera e propria capacità strategica che divide chi raggiunge risultati da chi non li ottiene.
Quasi 20 anni fa ho scoperto questo sistema assolutamente straordinario per pianificare il nuovo anno e da allora non solo lo utilizzo personalmente, ma l’ho fatto adottare anche a tutti i miei Coach e ai miei collaboratori. Oltre ad essere già stato testato per migliaia di persone, la caratteristica unica è che grazie ad una completa pianificazione strategica ti permette di avere una visione globale di tutte le aree più importanti della tua vita.
In questo modo puoi finalmente decidere i risultati che vuoi ottenere senza sacrificare altri aspetti importanti. Sì perché non c’è niente di peggio che raggiungere dei grandi risultati professionali e poi perdere o sacrificare gli affetti. Che senso ha aumentare il fatturato, ma perdere la famiglia o gli amici? Che senso ha vivere costantemente sotto pressione per rispondere agli “altri” e magari non accorgersi che i figli e il partner hanno veramente bisogno di noi?
Il vero successo è trovare il giusto equilibrio tra le aree più importanti della vita ed è proprio quello che questo sistema ti permette di fare. Così è nato il seminario di una giornata intera e che facciamo insieme ai miei migliori TRAINER ogni anno in ben 18 città d’Italia.
Ecco di cosa parlo…
“Immaginati tra un anno, lo hai appena concluso ed è stato incredibile… Cammini a testa alta e sei fiero di te perché hai imparato quelle abilità che rimandavi da tempo, hai messo la spunta verde ai 3 obiettivi più importanti e smesso, finalmente, di rimandare le cose a cui tenevi di più!”
– Trasforma questo scenario in realtà e raggiungi ancora di più quei risultati che ti fanno venire le farfalle allo stomaco e che sai di meritare.
– Riscatta le sconfitte e gli insuccessi del 2017, lasciati alle spalle gli errori che hai commesso e pianifica il 2018 (nello stesso identico modo in cui lo faccio io da 25 anni), senza nessun timore, per renderlo il tuo migliore anno di sempre!
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Qualche giorno fa mi sono fermato all’Autogrill Sebino sud (BS) e, complice il fatto che fossi praticamente l’unico sfigato a mangiare un boccone al ristorante self-service alle tre e un quarto passate, ho involontariamente assistito (sarebbe più giusto dire “origliato”!) a una riunione che la Manager dell’Autogrill in questione teneva con le sue collaboratrici, perlopiù signore di mezza età, che lavorano al ristorante.
Da quel che ho capito si trattava di preparare il team per un “audit”, ossia un controllo qualità che sarebbe dovuto accadere da lì a poco… Non sono sicurissimo che l’argomento fosse quello, perché ho iniziato ad ascoltarle a meeting iniziato, di cui ho seguito solo gli ultimi minuti, ma la cosa di cui sono certo è che la Manager era davvero straordinaria nello svolgere il suo ruolo!!!
Presente e accogliente, ma al tempo stesso determinata e motivante, in grado di ascoltare, tranquillizzare, infondere fiducia, fare squadra, dare una vision chiara e una motivazione importante a fare bene il proprio lavoro con professionalità e consapevolezza!
Se poi considerate che parliamo non della “titolare”, ma di un’impiegata di un’azienda enorme e super strutturata (e in modo tradizionale) come Autogrill che si rivolgeva ad altrettante impiegate, che all’apparenza non sembravano proprio delle ambiziose carrieriste, la qualità della sua Leadership e delle sue capacità manageriali, valgono 3 volte tanto!!!
Finito il mio piatto due minuti dopo il termine della loro mini riunione, sono sceso al piano di sotto per bere il caffè e, nel passare nuovamente di fronte al self-service non ho potuto non notare la motivazione, l’energia positiva e l’attenzione che queste donne mettevano nello svolgere le loro attività, oltre alla straordinaria cortesia nei confronti di un gruppo di turisti stranieri appena arrivati.
Allora con occhio un po’ più attento mi sono avvicinato al grande bancone (uno di quelli grossi, con Spizzico incluso) e ho osservato la cortesia, l’educazione e i sorrisi con i quali le 5 persone presenti si rivolgevano ai clienti… Davvero impeccabili!
E poi ho fatto caso al posizionamento delle merci nel punto vendita… Semplicemente perfetto! Tutto ordinatissimo, niente fuori posto di una virgola, una sensazione di cura, di pulito e di ordine, rari da trovare anche in un negozio in centro città!
E da quello che avevo ascoltato pochi minuti prima al piano di sopra, non credo che sia un caso!… La qualità e l’eccellenza nel servizio sono la naturale conseguenza del lavoro di una squadra ben guidata e ben motivata, all’interno di un ambiente di lavoro potenziante. E il principale responsabile di tutto questo è il Leader di quel team: è lui o lei a determinare più di tutti quanto le persone tireranno fuori il loro meglio o il loro peggio.
Nell’uscire mi sono imbattuto nella Manager e non ho potuto esimermi da tenderle la mano:
“Posso farle i miei complimenti?”
“Per cosa?”
“Per come gestisce il suo team!… davvero brava!”
Lei ha fatto un mega sorriso compiaciuto e mi ha semplicemente risposto: “grazie”. Non ha aggiunto altro e ha continuato a svolgere il suo lavoro come se niente fosse.
Bene, io spero che qualcuno in quella mega azienda capisca che valore ha una persona del genere per loro!… Se io fossi stato il titolare di quella attività, sarei stato fiero e onorato di avere in quella posizione qualcuno che mi rappresentasse in quel modo e contribuisse a far vivere ai miei clienti un’esperienza così positiva. E, allo stesso modo, se fossi stato una di quelle donne sedute intorno a quel tavolo, sarei stata felice di avere un “capo” così!
Se hai occhi per vedere, la Leadership la puoi notare e incontrare ovunque, anche nel self-service di un Autogrill… E non necessariamente è meno fulgida e ispirante rispetto a quella del grande personaggio del business o dello sport che con la sua storia e con le sua imprese ispira il mondo intero!
Oggi in quell’Autogrill ho visto un “esempio” di Leadership e ne sono uscito ispirato a far si che sempre di più ogni cliente che entra in contatto con la mia squadra riceva lo stesso tipo di trattamento e possa a sua volta notare l’amore, la cura e la professionalità che io e la mia squadra mettiamo in quello che facciamo!
E tu e i tuoi colleghi e/o collaboratori, che esempio siete per chi vi osserva lavorare?
Roberto Re
Per approfondire queste tematiche, e conoscere più da vicino i nostri prossimi appuntamenti, visita la pagina di presentazione del “Leader di te stesso TOUR”
Come diventare schiavi senza accorgersene…
Da qualche anno sui quotidiani, in radio, per televisione si parla di riforme alla Costituzione Italiana.
Come dire che, al giorno d’oggi, alcuni articoli su cui si basa la nostra Repubblica possono apparire superati.
Tecnicamente il primo Gennaio del 1948 è entrata in vigore la Costituzione della Repubblica Italiana, prima di allora eravamo un regno governato da Re e Regine. Proprio come nelle favole!
Pensa che la costituzione degli Stati Uniti è datata 1787, quella inglese 1867 e quella francese 1793.
Molte volte mi sono chiesto com’è stato possibile che una delle nazioni più belle al mondo, con una natura mozzafiato, con reperti storici e artistici invidiati da tutto il mondo oggi abbia una qualità di vita quasi da terzo mondo.
Non esagero!
Se anche tu hai messo i tuoi piedi fuori dall’Italia, anche solo nei paesi confinanti, ti sarai accorto che la tanto decantata qualità di vita italiana è ormai un lontano ricordo.
Abbiamo davanti ai nostri occhi ancora uno dei paesi più belli del mondo ma la maggior parte della popolazione sembra vivere sotto ipnosi.
Com’è possibile che il paese che ha dato i natali a Leonardo da Vinci, Galileo Galilei, Pico della Mirandola, Dante Alighieri, Camillo Olivetti, Guglielmo Marconi e Ettore Maiorana, solo per citarne alcuni, i primi che mi sono venuti in mente, possa oggi delegare il proprio presente e il futuro dei propri figli ai politici?
Com’è possibile che i figli e i nipoti di chi ha combattuto la prima o la seconda guerra mondiale siano così passivi, quasi rassegnati?
Parlavo con un amico qualche settimana fa e mi diceva che le start-up aziendali negli Stati Uniti, in particolare in California, nella Sylicon Valley sono partorite da iniziative di italiani.
I più intraprendenti nella maggior parte dei casi hanno stabilito residenze fiscali e operative all’estero e chi resta in Italia nella maggioranza dei casi cerca di difendere un lavoro che al massimo garantisce mediocrità.
Da navigatori, poeti, artisti, a cercatori e creatori di posti fissi. Come nell’ultimo film di Checco Zalone!
Com’è possibile che la maggior parte delle persone cerchi un lavoro, uno stipendio, anziché la realizzazione, la felicità, la libertà o la ricchezza?
Non penso, al contrario di alcune statistiche, che gli italiani siano degli idioti incapaci di mettere insieme due dati, penso invece che ci hanno fatto diventare così, come se fossimo stati programmati.
Le programmazioni mentali talvolta avvengono con la buona fede da parte del “programmatore”, con ottime intenzioni di base e risultati diversi da quelli previsti. Altre volte la programmazione avviene proprio come si sviluppa un’applicazione o un software: con cura dei dettagli fino all’effetto desiderato.
Io non sono in grado di stabilire se la programmazione che gli Italiani hanno subito negli ultimi 68 anni sia casuale o causata intenzionalmente e, osservando bene le cose, noto che non dipende solo dal fatto che l’Italia è una Repubblica giovane.
La Germania è nata come Repubblica il 23 Maggio 1949, quindi più giovane dell’Italia. Sai qual è l’articolo 1 della Legge Fondamentale della Repubblica Federale Tedesca?
“La dignità dell’uomo è intangibile.
È dovere di ogni potere statale rispettarla e proteggerla”
Una Repubblica, quindi, fondata sulla dignità di ogni suo cittadino!
Il Preambolo della Costituzione statunitense è “We are the People”, “Noi siamo il Popolo”, e il principio fondamentale del governo è:
“Tutte le persone sono uguali davanti alla legge e beneficiano egualmente del diritto alla protezione da essa fornita”
Una Repubblica fondata sull’uguaglianza!
La più antica delle Costituzioni è quella Inglese che fonda i principi fondamentali sulla sovranità del Parlamento mentre i valori della Repubblica Francese sono Uguaglianza, Fratellanza e Libertà.
Repubbliche fondate sul Potere del Parlamento o su Valori Nobili!
Alla luce dei fondamenti di ogni singola Repubblica che in un corso di Leadership potremmo definire come “Credenze”è facile vedere come le conseguenze siano i “Comportamenti” relativi.
Ripensa e esamina la storia degli ultimi 50 anni in questa chiave. Quali sono stati i comportamenti delle Nazioni sopra citate? Prova ad analizzare senza giudizio gli avvenimenti storici di questi anni, molti li hai vissuti sulla tua pelle!
Andiamo ad analizzare invece quello che è successo dal 1948 ad oggi in Italia.
Qual è l’argomento principe di ogni campagna elettorale?
Cosa promettono sempre i candidati per essere eletti?
Qual è il primo pensiero di ogni genitore nei confronti di un figlio che inizia il percorso di studi?
Nella maggior parte dei casi quali Istituti Scolastici superiori vengono scelti?
Cosa cercano gli studenti dopo il loro percorso di studi?
Cosa cercano di difendere e mantenere i lavoratori dipendenti?
Potrei andare avanti formulando tante altre domande e la risposta sarebbe sempre quella: IL LAVORO.
Il lavoro come qualcosa di cui abbiamo diritto, che ci spetta, il valore più importante di tutti!
“Chi non lavora non fa l’Amore” o “Prima il dovere (Lavoro) poi il piacere” o il valore positivo del “gran lavoratore” sono tutti concetti e detti italiani.
Un popolo che rincorre l’opportunità di un posto di lavoro come gli “ignavi” narrati nella “Divina Commedia” inseguivano la bandiera del potente di turno.
Giovani che non coltivano e non credono più ai sogni, che non coltivano i propri talenti in funzione della ricerca di un posto di lavoro, magari fisso, a tempo indeterminato.
Questi sono tutti comportamenti che solo in apparenza sono liberi e dettati da una scelta consapevole.
Andando all’origine: qual è la credenza di base, il valore principale, la missione che viene rappresentata dall’articolo 1 della nostra Costituzione? Qual è il principio fondamentale?
“L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”
Mentre la seconda parte è abbastanza interpretabile, o perlomeno cavillosa e di conseguenza non crea effetti importanti, la prima parte invece è potentissima.
Una Repubblica fondata sul Lavoro! Non sull’uguaglianza, sulla libertà, sulla fraternità, sulla felicità o sull’opportunità ma sul Lavoro!
Questo mio articolo non vuole in nessun modo essere una disquisizione politica o storica. Non voglio entrare in polemica con nessun studioso di diritto, politico o insegnante che sia.
Mi interessa condividere insieme a te il potere del linguaggio e della focalizzazione.
E’ differente essere focalizzato sul cercare un posto di lavoro piuttosto che nel creare valore per un’azienda o per le persone. Le intenzioni sono simili mentre le azioni possono essere molto diverse così come i risultati che ne derivano.
E’ diverso strutturare un’azienda che crei profitto piuttosto che un’altra in cui si pensa che il profitto sia solo una conseguenza del lavoro.
Non ottieni gli stessi risultati orientando tuo figlio verso la propria realizzazione professionale piuttosto che votarlo al sacrificio e allo sforzo “a prescindere”.
Veniamo a te.
Tu su cosa sei concentrato in questo momento?
E’ qualcosa di utile per i risultati che vuoi ottenere?
Come ti definisci in ambito lavorativo?
Quali sono i ruoli che rivesti nel film della tua vita?
Se come me hai frequentato e frequenti percorsi che hanno l’obiettivo di sviluppare la tua leadership personale sai precisamente a cosa mi riferisco e conosci il potere del Focus e del Linguaggio.
Se non hai mai letto libri di Roberto Re o del sottoscritto, se sei un genitore, mi complimento con te per essere arrivato fino a questo punto. Fammi sapere cosa ne pensi commentando questo articolo, condividendolo o scrivendomi in privato.
Io vorrei vivere in una nazione in cui le persone possano rispettarsi, aiutarsi, avere gli stessi diritti e le stesse opportunità di realizzazione.
Non voglio una Repubblica fondata sul Lavoro ma su altri valori più utili alla realizzazione e alla felicità di ogni cittadino!
Probabilmente non ci saranno le riforme costituzionali che auspico e l’articolo 1 resterà lì in cima ancora per molto tempo a dominare una lista infinita di regole di un popolo sempre più stanco, più demotivato.
Molti hanno preferito trasferirsi all’estero per poter realizzare progetti e ambizioni, e non solo per evadere il fisco come vorrebbero farci credere.
Se anche tu ami questo paese e vuoi contribuire a migliorare le cose smettila di lamentarti, di prendertela con i politici, con i religiosi, con gli alieni, i massoni e le scie chimiche e incomincia a occuparti di te stesso.
Immagina di essere tu a scrivere la tua personale costituzione.
Partiamo dallo scopo della tua vita: sei consapevole della tua Mission di vita? Se come me hai frequentato il Leadership Seminar allora la risposta è positiva, altrimenti fai questo esercizio con me:
Immagina un mondo perfetto, in cui le persone sono felici, un mondo ideale in cui ognuno può essere se stesso ed esprimere talenti e passioni.
Osserva, come ti muoveresti in questo mondo?
Cosa penseresti?
Cosa direbbero le persone accanto a te?
Che emozioni proveresti?
Sicuramente non hai visto persone affaccendate e alla ricerca o in difesa di un posto di lavoro.
Ti chiedo, su cosa vuoi che sia basata la tua vita?
Parti da lì. Continua a svolgere le tue attività abituali e inizia a dare più valore a te e a quello che ami.
Su cosa si fonderebbe la tua personale Costituzione? Sull’Uguaglianza? Sull’Amore? Sulla Felicità? Sull’Evoluzione? Sul Contributo? Sulla Crescita o su cos’altro?
Inizia a impostare la tua vita su quel valore specifico.
Fai in modo che nella tua vita personale e professionale la luce venga data da quella particolare energia.
Influenza più persone possibili, a partire dai tuoi familiari e amici, e impegnati ad essere Felice e in Pace con te stesso e gli altri.
Quel mondo ideale che hai visualizzato anche per pochi secondi potrebbe diventare reale fra qualche anno se incominci da te, dalla tua famiglia e dai tuoi amici. Più siamo e più diventerà facile.
E un giorno potrai raccontare che un tempo vivevi da schiavo in una Repubblica fondata sul lavoro.
Un abbraccio e un sorriso!
Stefano Denna
Da qualche giorno siamo ritornati alla normalità.
Autobus pieni zeppi di studenti alla mattina e bar pieni di impiegati che consumano un pasto nella loro pausa.
Mamme che finalmente tornano a respirare un po’ grazie alla riapertura delle scuole.
Professionisti che si ritrovano pieni di scartoffie e di cartelline che riempiono le loro scrivanie.
Imprenditori che mettono impegno e risorse per conquistare una fetta di mercato più sostanziosa o, nella maggior parte dei casi, per limitare i danni o mantenere le attuali quote di mercato.
Venditori carichi di energia che hanno il desiderio e la necessità di trovare nuovi clienti e consolidare i vecchi.
Impiegati e operai che confidano di mantenere il posto di lavoro e che sperano che un colpo di fortuna che possa cambiare la loro vita.
In sottofondo torniamo a sentire commenti sulle partite di campionato e su qualche personaggio pubblico.
C’è anche chi ricomincia a frequentare la palestra pieno di buoni propositi e chi prosegue il suo percorso di Crescita Personale.
Anche le 19 sedi della Roberto Re Leadership School hanno ripreso la normale attività con le serate di Training e l’attività di Coaching in tutta Italia.
Lo scorso martedì, a Bologna, pochi secondi prima di salire sul palco per incominciare il corso, mi si è avvicinato un ragazzo apparentemente di una ventina d’anni che mi ha chiesto con un minimo d’imbarazzo quale fosse l’età del corsista più giovane che avesse mai frequentato il Fly. Senza il minimo tentennamento ho risposto 13 anni.
Mi ricordo infatti perfettamente di Marco, che 5 anni fa frequentava il Fly insieme al padre nella stessa sala del medesimo albergo in cui il corso stava per iniziare in quel momento.Questo ragazzo era riuscito a trasformare dei voti mediocri in eccellenza di rendimento semplicemente applicando gli strumenti appresi al Fly.
Il motivo della domanda di Riccardo, questo è il nome del ventenne, non era una curiosità statistica. Il suo obiettivo era infatti sapere se il percorso avrebbe funzionato anche con lui permettendogli di migliorare i risultati. Il giorno dopo Riccardo ha deciso di iscriversi al Fly e sarò felice di misurare nel tempo anche i suoi miglioramenti.
Negli ultimi anni la media della crescita delle performance dei nostri corsisti è del 60/65% nei primi sei mesi di corso e con Marco sicuramente è stata anche qualcosa di più.
Miglioramento, crescita ed evoluzione sono sicuramente valori a cui un Leader è molto sensibile.
Quanto sei concentrato ed impegnato a crescere, a migliorarti e a evolverti?
Quanto pensi che sia una tua responsabilità, un tuo dovere?
La Leadership è un’attitudine che può essere allenata solo se ritieni che la tua crescita dipenda da te.
Essere un Leader oggi è una scelta molto utile per raccogliere più risultati e stare meglio con te stesso e con gli altri.
Ecco alcuni vantaggi che puoi raccogliere aumentando la tua Leadership personale:
Hai capito perché è importante anche per te essere un Leader?
Vuoi correre freneticamente come un topolino dentro una ruota e fermarti con il mal di testa o vuoi imparare come far girare la ruota migliorando il tuo Atteggiamento?
Nella maggior parte dei casi non è cambiare quello che fai la chiave del successo ma cambiare come lo fai!
Leadership significa anche essere consapevole di come ti comporti, di come comunichi con te stesso e scegliere l’Atteggiamento più utile al risultato che vuoi ottenere.
Che Atteggiamento hai nella tua vita Personale? E in quella Professionale?
Da sempre, le persone che hanno un Atteggiamento produttivo riescono ad ottenere migliori risultati di chi semplicemente fa del proprio meglio con impegno.
L’Atteggiamento è un’attitudine che può essere allenata e potenziata e per farlo ci sono dei segreti che la maggior parte della gente non conosce.
Sapevi che solo il 5% della popolazione mondiale vive una vita di qualità? Sai che il segreto di quelle persone è stato studiato?
Se fai richiesta adesso, puoi partecipare come ospite alla prossima serata del percorso Fly!
“Follia è fare sempre la stessa cosa e aspettare risultati diversi”
(cit. Albert Einstein)
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Un abbraccio e un sorriso!
Stefano Denna
Premetto che ho davvero difficoltà ad essere obiettivo nello scrivere questo articolo.
Vi parlerò di una persona che conosco personalmente, che stimo moltissimo, con la quale collaboro ormai da anni e alla quale sono legato da profondo affetto e amicizia.
Detto questo, la notizia non può passare inosservata e non posso esimermi dal commentarla e fare qualche considerazione insieme voi lettori di questo blog: a quasi 75 anni di età, Dan Peterson è tornato ad allenare l’Olimpia Milano, oggi Armani Jeans, ben 24 anni dopo la sua ultima apparizione come allenatore!
Di per sé la notizia ha dell’incredibile.
Innanzitutto, cosa ha reso possibile una scelta del genere?!?
Com’è possibile che la dirigenza della squadra più blasonata d’Italia abbia deciso di affidarsi a un’allenatore non più certo giovanissimo e che per di più non allena da oltre vent’anni, per salvare la stagione?!?
Non c’era proprio nessun altro disponibile?????
Per chi come me conosce “il Coach” è facilissimo da capire!
Primo: Dan Peterson è giovane!!! Non sulla carta d’identità, certamente, ma a parte questo piccolo particolare, ha tutte le caratteristiche che rendono una persona “giovane”: ha un entusiasmo straordinario unito a una passione infinita per il suo sport (mai sentito una sua telecronaca?!?), una lucidità mentale unica e la curiosità tipica di colui che possiede una innata e continua voglia di imparare e di migliorarsi.
Da quando lo conosco, queste caratteristiche mi sono sempre balzate all’occhio e mi hanno sempre piacevolmente colpito. Stare con lui mi dà sempre un’energia positiva e non ho certo mai avuto l’impressione di avere un “anziano” di fronte a me, ma piuttosto un “buddy” con cui potersi divertire e confrontare. E, state pur certi, i giocatori avranno la stessa impressione.
Ma ancora di più, ciò che ho sempre apprezzato in lui è la continua voglia di imparare e migliorarsi, unita a una grandissima umiltà. Ricorderò sempre una delle prime volte in cui è venuto ospite come speaker a un mio corso, quando si è messo in un angolino a seguirmi e, zitto zitto, si è preso alcuni appunti perché, come mi ha poi spiegato: “anche dopo tanti anni si può sempre migliorare! E oggi, Roberto, mi hai dato alcuni spunti che userò senz’altro!“.
Straordinario.
E poi ha un’attenzione pazzesca!… NOTA TUTTO!!! Non gli sfugge niente, nota dettagli che ai più passano assolutamente inosservati! Indovinate soprattutto riguardo a cosa? Alle persone.
Dan è un grande osservatore e conosce profondamente la natura umana. E questo lo rende incredibilmente efficace nel rapportarsi alle persone, capirle e quindi guidarle.
A riprova della sua capacità di capire il prossimo, posso dirvi che rimasi letteralmente a bocca aperta un giorno che durante il suo tradizionale intervento al Power Seminar iniziò a parlare di me (ovviamente molto bene, da vecchio paraculo che è!!!) usandomi come esempio di leader (ve l’ho detto che è un gran paraculo!!!) e, nel farlo, elencò tutta una serie di cose che aveva notato dei miei comportamenti fuori e dentro l’ufficio e su come mi rapporto con i miei collaboratori, che sinceramente mi stupirono. Non solo per quanti diversi aspetti notò, ma per l’incredibile dovizia di particolari con cui lo fece!
Suppongo quindi che abbia notato anche cose che non vanno, ma fu così magnanimo da soprassedere su quelle…
Insomma, per farla breve, l’età per Dan Peterson non rappresenta certo un problema.
E con i tanti anni di inattività, come la mettiamo?!?
Beh, anche qui c’è una parola magica che elimina il problema: identità.
In tutti questi anni Dan Peterson non ha mai smesso nemmeno per un istante di essere e di sentirsi un coach!
È ciò che lui è. È la sua identità.
Non a caso tutti lo chiamano “Coach” e lui stesso si chiama così (tipico al mio telefono il suo “ciao Roberto sono il Coach”!) o si firma “il Coach” nei suoi sms o nelle sue e-mail.
Non ha mai smesso di esserlo e non smetterà mai di esserlo
Non ha mai smesso di studiare, di aggiornarsi. Non ha mai smesso di frequentare l’ambiente e di esserne parte attiva.
Ed è per questo che 24 anni o 24 giorni non fanno la differenza.
E pare proprio che io non sia l’unico a pensarla così.
Alla sua prima partita, al Forum contro Caserta, si sono riviste le code ai botteghini e si è tornato a respirare tra i tifosi un entusiasmo che sembrava ormai sopito. Dino Meneghin, monumento del basket italiano, per descrivere l’evento ha detto: “essere qui stasera è come essere alla prima alla Scala con il maestro Muti che torna a dirigere l’orchestra”.
E soprattutto la squadra ha reagito alla grande, battendo gli avversari di 15 punti, ma soprattutto battendosi con rinnovato vigore.
E lui?
Sulla Gazzetta dello Sport di qualche giorno fa si leggono queste righe scritte da Franco Arturi che meglio non potrebbero commentare:
“Nelle sue dichiarazioni dopo la prima vittoria su Caserta, ci mancava che ringraziasse anche i magazzinieri e gli uscieri del Forum, attribuendo loro – e seriamente – una fetta di merito. Quanto è lontano dallo sfrenato egocentrismo di tanti suoi colleghi sulle panchine di calcio? Quanto è più scaltro nel caricare l’ambiente senza offendere nessuno e inventarsi atroci complotti cosmici?
Noi “umani” procediamo nel mondo dello sport soprattutto per modelli rassicuranti e collaudati: il conformismo è il nostro mestiere. Quello che non abbiamo capito è quanto un uomo di 75 anni possa essere motivato e saper motivare, di quanto sia proiettato nel futuro.”
Bentornato Coach!
Per me sempre il NUMERO UNO!!!